SimonePerandini.com > Radiologia > Algoritmi di ricostruzione in metodiche cross-sectional
MIP (Maximum Intensity Projection)
L'acronimo MIP sta per Maximum Intensity Projection, traducibie in italiano come “Proiezione di Massima Intensità”.
Da un punto di vista puramente tecnico si tratta di un algoritmo di ricostruzione a perdita volumetrica ed informativa intenzionale del tipo 3D-2D tutto-a-uno, dove da un volume di dati si ottiene una unica immagine bidimensionale con lo stesso orientamento spaziale ma con una informatività selettivamente ridotta.
Questa tecnica consiste sommariamente nel definire un volume di uno spessore elevato, per esempio 20 mm, e di ottenere mediante l'applicazione di questo algoritmo un'unica immagine bidimensionale, dove vengono rappresentati solamente i punti con il valore Hounsfield più elevato [Darlymple et al., Introduction to the Language of Three-dimensional Imaging with Multidetector CT].
Da un punto di vista pratico si tratta di una ricostruzione che evidenzia le strutture molto dense contro uno sfondo poco denso.
Nella pratica quotidiana le ricostruzioni secondo algoritmo MIP vengono impiegate per aumentare la percezione di strutture che sono naturalmente iperdense, come per esempio i noduli polmonari, o di strutture che lo divengono dopo somministrazione di mezzo di contrasto endovena, per esempio i vasi sanguigni.
Ciò permette nella ricerca delle nodulazioni polmonari, campo in cui viene frequentemente utilizzata, di velocizzare notevolmente il riconoscimento di lesioni solide contro il parenchima polmonare, che rappresenta uno sfondo ipodenso ideale.
MIP (20mm assiale da dati torace TC) che evidenzia le strutture vascolari polmonari dense contro il parenchima polmonare ipodenso.
Un ulteriore vantaggio in questo specifico caso consiste nella possibilità di visualizzare le strutture sferiche con il loro massimo diametro per un tempo più lungo [Perandini et al., The diagnostic contribution of CT volumetric rendering techniques in routine practice], così che in una ricostruzione di fette assiali di spessore 10-20 mm, sarà semplice distinguere le strutture tubulari di natura vascolare rispetto alle nodulazioni solide sferiche.
MIP (35mm coronale da dati TC addominali dopo mdc) che evidenzia bene il decorso dell’arteria mesenterica superiore e alcune sue diramazioni oltre che ad un tratto dei rami del tronco celiaco.
Una meno nota ma altrettanto valida applicazione delle ricostruzioni MIP é la ricerca delle calcificazioni renali, nefrolitiasi ed ureterolitiasi. E' infatti più veloce ed agevole evidenziare delle strutture ad alta densità come i calcoli radio-opachi scorrendo delle immagini assiali MIP piuttosto che le native. Uno dei maggiori limiti di questa applicazione consiste in una severa perdita dei dettagli topografici, che possono tuttavia venire recuperati passando alla visualizzazione delle immagini native non appena evidenziata la sede del calcolo.
Fondamentale è invece l'utilizzo della tecnica MIP durante la ricerca delle piccole terminazioni arteriose durante le indagini Angio-TC, specie quelle eseguite in urgenza per sanguinamento o che necessitano in breve tempo di una accurata mappatura vascolare da fornire all'interventista.
MinIP (Minimum Intensity Projection)
L'acronimo MinIP sta per Minimum Intensity Projection, traducibile in italiano più o meno con “Proiezione di Minima Intensità”.
Come il fratello MIP si tratta di un algoritmo di ricostruzione 3D-2D tutto-a-uno, che si distingue per la capacità di evidenziare le strutture a bassa densità.
L’utilizzo ideale dell’algoritmo MinIP avviene dove si vogliano esplorare strutture ipodense contro uno sfondo naturalmente iperdenso. In un caso tipico si possono delineare le strutture bronchiali contro il parenchima polmonare, che risulta relativamente più denso [Zompatori et al., Imaging of small airways disease, with emphasis on high resolution computed tomography].
MinIP (90mm coronale da dati TC del torace) che evidenzia le prime vie aeree.
E' inoltre possibile evidenziare altre strutture ipodense con questa tencica, come le vie biliari o il Wirsung. In particolare è in genere agevole ottenere una mappa della dilatazione delle vie biliari con questa tecnica, nonchè del calibro massimo del dotto pancreatico.
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